attentiaqueidueemmepiemmepi
attentiaqueidueemmepiemmepi

Arenzano, l’ultimo ciliegio giapponese e il rapporto con il Paese del Sol Levante

Che meraviglia i ciliegi in fiore. Annunciano l’arrivo della primavera di cui sono uno spettacolo tra i più belli, con quel magico tocco di poesia e leggerezza. Arenzano ne aveva molti, in particolare i ciliegi giapponesi, che furono donati alla nostra città dal Paese del Sol Levante. E in via del Giappone (appunto) ne è rimasto uno solo, che la consigliera comunale Lucia Ferrari – appassionata di storia del territorio nonché tra gli scopritori del sito archeologico vicino all’autostrada di cui si sta parlando tanto in questi giorni – racconta così.

È rimasto il solo ciliegio giapponese (sakura) a presidiare Via del Giappone… ne ricordo ancora diversi da bambina lungo la via e ogni anno aspetto la splendida fioritura. Ma oltre alla bellezza i sakura di Arenzano ci legano ad una storia interessantissima che ci porta in Giappone quasi 150 anni fa con l’incisore arenzanese Edoardo Chiossone. In Giappone costituì e diresse per molti anni l’Officine carte valori dell’impero, studiò, pubblicò e promosse l’arte giapponese e con la sua raccolta infine donò a Genova una delle più complete e importanti collezioni d’arte orientale del mondo oggi esposta al Museo d’Arte Orientale Edoardo Chiossone: un’eccellenza nel nostro vastò patrimonio museale in via di riapertura. Edoardo non tornò mai più in Italia pur restando legato ai ricordi della sua infanzia in Liguria e al paese natale ma fece del Giappone la sua seconda casa e là fu sepolto con grandi onori. Nel 1956 una delegazione giapponese in visita donò ad Arenzano 100 alberi di sakura. Alcuni vennero impiantati in varie parti di Arenzano, nelle ville (meriviglioso resta quello davanti a Villa Mina Graffigna) e altri abbellirono la via che, collegando la Colletta a Terralba, al Giappone fu dedicata. Certo rivedere lì un filare di ciliegi sarebbe fantastico ma col clima sempre più arido e gli spazi verdi sempre più risicati le scelte colturali sono sempre limitate. Io però non smetto di sperare e tornare ogni anno a confortare il ciliegio testimone.