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Calcio, scopriamo Francesco Rusca, l’ aitante difensore arenzanese che gioca in Serie D, nella Lavagnese.

Di statura imponente, coi rossi capelli tagliati alla moda, che non coprono lo sguardo vispo, Francesco Rusca gioca a calcio, fin da ragazzino, con la giusta spensieratezza tipica della sua età (diciott’anni e mezzo), ma con l’applicazione di chi vuol coltivare un sogno. Serietà ed impegno negli allenamenti settimanali, grinta e determinazione in ogni contrasto durante i 90 minuti di partita della domenica.

Cresciuto nelle giovanili del Genoa, allenato da tecnici noti, quali Sidio Corradi, Fabio Rossi, Armando Ferroni e Luca Chiappino (un nome, una garanzia per chi esce dal vivaio genovese), la scorsa stagione è stato mandato dal Responsabile Tecnico del settore giovanile rossoblù, Michele Sbravati, a fare esperienza, in Serie D, all’Acqui. Nella città termale, nonostante la giovanissima età, ha collezionato 17 presenze in campionato, contribuendo alla salvezza della squadra del basso Piemonte ed attirando le attenzioni della più quotata Lavagnese, la cui dirigenza, nella campagna trasferimenti della scorsa estate, è riuscita ad aggiudicarsi il prestito del giocatore dal Genoa, che continua a seguire la crescita professionale del ragazzo, controllandone tutt’ora il cartellino.

Domenica prossima la Lavagnese affronterà, sul campo di casa, l’agguerrita formazione del Borgosesia e dovrà cercare di incamerare i tre punti della vittoria, per mantenere il passo  degli aspiranti alla promozione (sia diretta o tramite i play off) in Lega Pro, che rappresenterebbe un bel traguardo anche per Rusca.

Lo abbiamo sentito per farci presentare la partita, ma anche per farci raccontare le differenze che si riscontrano fra i campionati giovanili (sia pur ad altissimo livello) e quelli semi professionistici, chiedendo inoltre un raffronto specifico fra l’esperienza di Acqui e l’attuale di Lavagna : “La formazione tecnica, ma anche tattica dei mister che ho avuto al Genoa è stata basilare per la mia impostazione, certo nelle giovanili potevo far valere in modo più preponderante la struttura fisica, mentre fra i ‘grandi’ si trovano ‘marpioni’ – nel senso positivo del termine –  che ti costringono ad accelerare i tempi di acquisizione dei trucchi del mestiere.  Quanto poi al paragone  col periodo passato in Piemonte, devo dire che là sono stato inizialmente frenato da qualche problema, poi risolto, al tendine rotuleo, che mi ha costretto ‘ai box’ per un certo tempo, mentre qui a Lavagna ho potuto esprimermi sin da subito nel ruolo che mi è più congeniale (centrale, ndr), grazie alla fiducia accordatami da mister Dagnino”.

Mentre ci salutiamo, conclude : “Contiamo di fare un buon campionato, la squadra è solida ed è formata da ottimi giocatori con i quali ho un buon feeling dentro e fuori dal campo. Sono proprio soddisfatto di giocare a Lavagna”.

Claudio Nucci