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Rari Nantes Arenzano, parla il presidente Zucca tra bilanci, campioni e allarme costi

A pochi giorni dalla conclusione del campionato di A2 di pallanuoto – che ha sancito la meritata permanenza del team arenzanese nella categoria – abbiamo incontrato il presidente della Rari Nantes Arenzano Nicola Zucca, per tracciare un bilancio di questa stagione, peraltro ad oggi ancora in pieno svolgimento per quanto riguarda il nuoto agonistico. Ne esce un quadro in chiaroscuro, esaltante per i risultati sportivi ma molto  preoccupante per la ripresa della attività il prossimo settembre. 

Ecco un sommario degli argomenti trattati, con il link per poterli leggere subito:

Che bilancio possiamo fare della stagione sportiva della pallanuoto appena conclusa?

“La stagione si è chiusa esattamente come volevamo che si chiudesse, perché il nostro obiettivo era quello di salvarci senza disputare i play out, per ovvie ragioni economiche. Perché è vero che dobbiamo fare sport, ma siamo sempre più ‘ragionieri’ per far quadrare le risorse con i costi. E fare delle trasferte al sud sarebbe stato veramente impegnativo per noi. Dunque la prima squadra ha mantenuto bene la serie A2 giocando con un calendario che in funzione della pandemia aveva subito delle modifiche non di poco conto. Avevamo le prime sei partite contro le sei più forti e poi le altre con squadre alla nostra portata. Però dopo le prime sei partite del girone di andata si è interrotto tutto. E alla ripresa ci hanno fatto ricominciare dal girone di ritorno, quindi abbiamo avuto dodici partite consecutive contro le squadre più forti. È stato un ottimo allenamento per poi preparare quelle successive. Ed infatti poi nelle ultime partite abbiamo fatto tutti i punti che dovevamo fare e che ci hanno fatto salvare. Comunque il bilancio è positivo perché altre società che erano anche più strutturate, più quotate ed economicamente messe meglio di noi, alla fine non hanno ottenuto gli stessi nostri risultati. Quindi la soddisfazione è doppia.
Adesso bisogna mantenere anche per l’anno prossimo lo stesso impegno e lo stesso risultato. Le nostre ambizioni non possono ragionevolmente andare oltre una tranquilla permanenza nella categoria”.

La pallanuoto “made in Arenzano” è ai vertici mondiali per l’Italia con Luca Damonte e Sofia Giustini, un grande orgoglio. Così come – non da meno – per i quattro convocati per i Giochi del Mediterraneo: Rocco Valle, Andrea Nuzzo, Jason Danny Valenza e Matteo Bragantini

“Sì, diciamo che noi viviamo per questo. Ovviamente siamo grati a questi ragazzi per l’impegno che hanno sempre messo. Sono nati e cresciuti ad Arenzano e poi, per ovvie ragioni di impossibilità a dar loro spazi e categorie adeguate li abbiamo lasciati andare. Per Sofia era inevitabile perché ad Arenzano la pallanuoto femminile non c’è. Quando ha compiuto 13 anni, giocoforza, l’abbiamo dovuta lasciar andare. Però proprio con Sofia c’è un rapporto particolare perché è cresciuta con me, andavamo all’HaBaWaBa insieme, insomma c’è proprio un valore affettivo nei suoi confronti. Luca Damonte ormai sono anni che è un atleta di livello nazionale e internazionale, tanto è vero che ora gioca in Ungheria (nel Ferencváros ndr) come squadra di club. Quindi sono davvero il nostro orgoglio ed è un peccato non poterli avere con noi più spesso perché sono molto lontani anche se ogni volta che possono vengono a fare un tuffo da noi per mantenersi in forma.
Gli altri ragazzi convocati per i Giochi del Mediterraneo sono più giovani rispetto a Sofia e Luca e un po’ per ragioni di studio, un pò per possibilità di gioco, anche loro sono andati in altre società: Rocco Valle al Quinto, Nuzzo al Recco, Valenza e Bragantini sono due atleti che hanno disputato con noi la A2, ma sono di nascita savonese. Come noto con Savona abbiamo un ottimo rapporto e quindi riusciamo a fare questi scambi e dare spazio a ragazzi che poi si dimostrano sempre persone squisite. Sarebbe bello poterli tenere tutti qui, chissà in futuro… Oggi non ne abbiamo la possibilità, anche perché a partire dall’impianto non possiamo dare quello che offrono altre società”.

La stagione del nuoto agonistico è in pieno svolgimento e anche qui la Rari Nantes Arenzano si conferma in ottima salute

“La stagione del nuoto per noi non finisce mai perché ci sono sempre gare su gare, senza fine. Devo essere sincero, sono in debito nei confronti dei nuotatori perché per mia indole e nascita sono più un pallanuotista. A loro va però tutta la mia ammirazione. Basta solo pensare a questi ragazzi che hanno una costanza incredibile e la forza di volontà di allenarsi anche due volte al giorno. Andando avanti e indietro contro il cronometro. Sono davvero ammirevoli.
Noi abbiamo un atleta su tutti che è Davide Damonte Cola che ogni volta che scende in acqua batte un record. Che sia un sociale, un regionale non importa; adesso si è qualificato per i Campionati Italiani. Va detto anche che abbiamo un allenatore come Tondina che è uno dei migliori a livello nazionale, e ce lo teniamo ben stretto! Però è la “testa” di questi ragazzi che fa la differenza. Perché lottare, su qualsiasi distanza, esclusivamente contro il cronometro, il tuo unico avversario, è qualcosa di incredibile per forza di volontà.
E anche gli altri ragazzi, trascinati dagli ottimi risultati di Davide, cercano di migliorarsi ogni volta. Quindi tutti riescono, nei rispettivi livelli, a ottenere costanti miglioramenti sui tempi personali a livello regionale e nazionale. Anche questa è una grande soddisfazione perché nel nostro piccolo riusciamo sempre a far parlare di noi, in tutte le altre piscine. Sempre bene, tra l’altro!”

Rari Nantes Arenzano gestisce piscina comunale e Palacorradi, un bell’impegno, anche in considerazione del lievitare spropositato dei costi in materia energetica. Recentemente, al riguardo, lei ha lanciato un grido di allarme

“È un grido di allarme che ho lanciato volutamente, durante la campagna elettorale e che è stato raccolto da tutti i candidati e che poi abbiamo recentemente rilanciato alla nuova giunta, che fortunatamente lo ha subito raccolto. Infatti la settimana prossima ci sarà un sopralluogo di un tecnico per l’efficientamento energetico dell’attuale impianto e il giorno successivo abbiamo una riunione con funzionari, assessori e sindaco proprio per capire come fare, soprattutto nell’immediato. Perché i problemi sono più che attuali, dati i costi energetici più che raddoppiati. Allo stato noi abbiamo un contratto con il Comune e riceviamo un contributo che era stato commisurato in tempi pre-pandemia per aiutarci a raggiungere un pareggio di bilancio. Del resto noi non dobbiamo fare utili perché non abbiamo scopo di lucro. È però ovvio che essendo un contributo parametrato sui costi di cinque/sei anni fa, oggi questo non è più attuale.
La politica ci mette la buona volontà, ma la parte burocratica, gestita ovviamente dai funzionari, è un po’ più complicata. Diciamo che però, a livello statale, proprio nell’ambito della gestione degli impianti sportivi sono state fatte delle modifiche, dando la possibilità di rinegoziare, rivedere, modificare i contratti di gestione – che in teoria dovrebbero essere blindati – proprio a causa di una situazione che stiamo subendo tutti e che si può risolvere solo a livello di Stato, Regione e Comune.
Quindi speriamo che nell’immediato il Comune possa in qualche modo aiutarci a compensare il gap sulle spese. E che poi con l’efficientamento dell’impianto queste spese vengano ridotte. Abbiamo anche proposto che il Comune prenda in carico le utenze fino a quando l’impianto non sarà energeticamente meno dispendioso. Anche su questo punto esistono problematiche che, ad esempio su Genova, si stanno cercando di gestire al meglio.
La piscina del resto è un impianto che ha 50 anni; era stato progettato in un momento in cui l’energia non era un problema e si porta dietro tutti i suoi anni. È un malato terminale al quale però non possiamo praticare eutanasia, quindi dobbiamo cercare di tenerlo in vita.
Recentemente abbiamo parlato anche con l’assessore Matteo Rossi, il quale, nei limiti ovviamente del suo mandato e delle sue possibilità, ritiene che si potrebbe ragionare su una riqualificazione di tutto il complesso di piazza Rodocanachi e pensare a un nuovo impianto abbinato al progetto della scuola media per far diventare tutta quell’area una sorta di campus, magari utilizzando l’area della attuale piscina, facendola diventare un parcheggio multipiano, in modo da liberare l’area e poterla destinare a scuola e sport. Sarebbe sicuramente un’ottima cosa, ma questo per me è un sogno.
Poi magari qualcuno riuscirà a realizzarlo ma nell’immediato i nostri problemi sono puramente economici e legati alle utenze. Anche per il Palazzetto dello sport – che è un impianto sostanzialmente nuovo – il contratto di affidamento che abbiamo fatto in ATI prevedeva un’autonomia di gestione che doveva reggersi sulle ore pagate alle varie associazioni che lo utilizzavano. Ma è ovvio che raddoppiando i costi di energia, le associazioni non hanno la possibilità di pagare il doppio. Poi fortunatamente rispetto alla piscina, il palazzetto è un struttora on-off , stacchi il riscaldamento e al limite chi lo utilizza sta al freddo. La piscina ha un impianto di riscaldamento che una volta acceso non lo spegni più finché non si svuota la vasca. Dunque il problema è far fronte ai costi attuali. Abbiamo visto raddoppiare le spese soprattutto per il gas e non sappiamo come coprirle. Quindi effettivamente la preoccupazione è di poter riaprire a settembre. Questa situazione, senza avere un supporto da parte dell’amministrazione, ci fa dire – come abbiamo confermato nero su bianco in una lettera inviata recentemente al Comune – che non possiamo garantire il proseguimento della gestione alla ripresa delle attività a settembre.
Alla chiusura di luglio – invece del consueto bilancio in pareggio – avremo circa 50.000 euro di perdita netta. Se ripartiamo a settembre a fine anno diventeranno 80.000.
Tanto per dire l’ultima bolletta del gas era di 3.500€. Ma a Marzo è stata di 18.000€. Quindi il rischio concreto c’è. Ma non è una minaccia nei confronti di qualcuno, semplicemente è la constatazione di un dato di fatto. D’altra parte è impensabile andare ad aumentare le quote dei corsi degli utenti o degli atleti. Quel poco che si può chiedere non ci cambierà la vita. C’è un buco da colmare. E purtroppo bisogna colmarlo solo con denaro e poi con una progettazione che faccia sì che questi costi si abbattano in altro modo, perché non ha nemmeno senso che il Comune metta sempre soldi a fondo perduto.
D’altra parte è inutile girarci intorno: quell’impianto (la piscina ndr) non è più moderno e per quanto si spendano soldi per modificarlo resterà sempre un impianto energivoro.
Forse ci vuole coraggio e pensare ad un impianto moderno, attuale, di dimensioni olimpioniche. Attualmente la pallanuoto gioca sempre in trasferta anche le partite casalinghe perché la nostra vasca di 25 metri può andar bene al massimo per le partite di serie C, ben due categorie sotto quella in cui siamo noi. Un impianto moderno, con vasca olimpionica da 50 metri darebbe più possibilità anche ai corsi di nuoto – penso alle lunghe liste di attesa attualmente in essere – e aprirebbe un discorso di ricettività turistica. Perché con la possibilità di ospitare raduni collegiali nazionali, tornei internazionali, vendendo spazi alla Federazione, si creerebbe un circuito virtuoso anche a livello turistico locale, e anche l’appeal nei confronti dell’utenza sarebbe ben diverso, recuperando anche chi – come oggi – preferisce andare a nuotare a Pra’ per aver un impianto più moderno e con maggiori possibilità. Tutti i bambini di Arenzano, in un modo o nell’altro, sono passati in piscina, magari non sono passati dal campo da calcio o dalla palestra, ma anche attraverso la attività scolastica tutti, volenti o nolenti, in piscina ci hanno messo un piede. Ed è anche questo argomento da tenere ben presente: una nuova piscina non rappresenta solo un desiderio per finalità agonistiche, ma di servizio alla collettività.
Sul Palacorradi i temi sono un po’ diversi. Bellissima progettazione estetica ma funzionalità così così. Il tetto è un prato che serve a poco, ad esempio dei pannelli solari sarebbero stati di grande aiuto dal punto di vista energetico. Vetrate bellissime, ma non apribili per consentire, ad esempio, l’accesso al campo di un mezzo di soccorso. Per non dire delle barriere architettoniche, come abbiamo ahimè sperimentato quando abbiamo invitato l’associazione di basket in carrozzina… Ma almeno è un impianto nuovo”.

Da presidente di una grande società sportiva quale messaggio si sente di mandare ai giovani?

“Che lo sport fa bene, e l’abbiamo sempre saputo. Ora siamo entrati a far parte di un consorzio di gestione di piscine che si chiama Sport e Salute, perché le due cose tra di loro sono collegate a doppio filo, non possono essere separate. Dopo due anni in cui i ragazzi sono stati chiusi in casa e hanno fatto ben poco, avere la possibilità di riattivare il fisico, oltre che il cervello, è fondamentale.
Lo sport è aggregazione, salute, amicizia; è un ambiente sano in cui si cresce bene. Non credo, come dice qualcuno, che se fai molto sport, poi vai male a scuola. Gli atleti bravi vanno bene anche a scuola. I giovani devono avvicinarsi allo sport in generale, e se è alla piscina ancora meglio, che sia per il nuoto o la pallanuoto. Poi è ovvio che in piscina ci vuole impegno e costanza, più che in altri sport, ma è anche il modo – oltre che formarsi un fisico – per avere delle grandi soddisfazioni. Dobbiamo trovare il modo di far arrivare più giovani perché purtroppo con la pandemia abbiamo perso intere annate. Noi abbiamo carenze nelle leve 2005/2006 che sono anche le fasce un pò più critiche perchè una ragazzo di 15/16 anni è nel momento in cui ha maggiormente bisogno di attenzioni e invece ne abbiamo persi molti. Abbiamo per contro buone risorse dai corsi nuoto degli under dodici. Ciononostante sono due anni che non riusciamo ad andare all’HaBaWaBa, dopo dieci anni di fila, proprio per mancanza di ragazzini.
In conclusione dobbiamo tornare a far sport come prima, partendo dai più giovani per farli crescere in tutti i sensi e per poterli portare nelle nostre prime squadre.
Questa è la nostra missione”.