Opere Parrocchiali gremite, martedì sera, per la rappresentazione gratuita di “Lui”, uno spettacolo contro la violenza di genere a cura della scuola media Chiossone, dell’istituto Marsano, del Centro Liguria Formazione di Arenzano e di BBM Produzioni.
La filosofia è semplice ma non banale, specialmente di questi tempi: parlare tutti insieme di bullismo, cyberbullismo e violenza di genere per sconfiggerli, sensibilizzando i ragazzi. Così le scuole di Arenzano hanno fatto rete impegnandosi in un progetto comune per accompagnare nella crescita i cittadini del domani: con l’aiuto degli “educattori” della BBM Production, è stato portato in scena “Lui”, uno spettacolo contro la violenza di genere, con il patrocinio del Comune di Arenzano.
La compagnia è alla sua seconda esperienza ad Arenzano (era già stata coinvolta l’anno scorso): sono gli stessi “educattori” a preparare i testi, improntandoli su tematiche di attualità per sensibilizzare i ragazzi e adattandoli a ogni età di pubblico. L’anno scorso lo spettacolo si intitolava “Catene”, era incentrato sul bullismo e parlava dell’importanza delle parole.
Quest’anno è stato scelto di affrontare un tema purtroppo molto attuale, non solo per la prossimità della Giornata contro la violenza sulle donne, ma anche a causa delle tragiche notizie di cronaca con il femminicidio di Giulia Cecchettin e non solo.
Tre le repliche, ognuna con un linguaggio diverso, scelto in base all’età dei ragazzi ma anche del pubblico più adulto per lo spettacolo della sera, con lo stesso obiettivo: “Il filo conduttore è sempre quello del rispetto, chiederlo per noi e darlo agli altri – spiega la dirigente scolastica dell’Istituto comprensivo di Arenzano Claudia Lorena -. La compagnia è stata coinvolta per il secondo anno consecutivo grazie all’interessamento della professoressa Robello, referente dell’istituto per i progetti contro bullismo e cyberbullismo, e l’interesse del pubblico è andato crescendo. Alla rappresentazione di martedì sera c’erano anche molti adulti grazie anche al lavoro di sensibilizzazione partito dalle istituzioni. Bisogna capire come trattare diversi temi in modo che possano interessare sia i ragazzi sia gli adulti, che poi sono i genitori che svolgono un ruolo educativo fondamentale insieme alla scuola. Insomma si deve lavorare insieme coinvolgendo tutti quando si tratta di tematiche così trasversali rispetto all’età”.
Educare i ragazzi al rispetto – in questo caso di genere – è un percorso che non può durare solo un giorno o il tempo di organizzare un evento. Anche per questo i ragazzi della scuola media hanno lavorato con l’insegnante di educazione artistica per produrre i loro manifesti contro la violenza sulle donne.
E in cantiere a scuola c’è anche molto altro: “Il nostro lavoro di educazione contro il bullismo e la violenza prosegue nelle attività scolastiche – continua la preside -. Abbiamo ad esempio le nostre ore di educazione civica in cui vengono affrontati argomenti legati al rispetto, all’educazione, alla convivenza quotidiana, cercando sempre di agganciarci con l’attività didattica. Ogni occasione dev’essere buona per riflettere sull’importanza di crescere in modo consapevole”.
Soprattutto in un mondo in cui, fuori dalla scuola, spesso le insidie non mancano: “Quelle ci sono sempre, una volta si parlava di ‘cattive compagnie’, adesso forse il discorso con i social è più esteso perché è difficile mettere filtri – conclude Lorena -. Ma forse non è tanto necessario metterli quanto riuscire a ragionare e parlare con i ragazzi. Le parole sono un tramite fondamentale quando vogliamo far capire com’è giusto crescere. Il mondo è complesso, le insidie possono essere tante ed è anche per questo che le scuole, le famiglie e il territorio devono fare rete con obiettivi comuni e coerenza per trasmettere un messaggio forte ed efficace ai ragazzi”.