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FOTO – Ecco Marina Grande “ripensata” dagli universitari (ma cosa succede allo stabilimento?)

Da “ecomostro” a nuova opportunità per lo sviluppo della zona: circa 40 studenti del Politecnico di Milano, (Scuola di Architettura Urbanistica – Ingegneria delle costruzioni) dell’ENSA Nantes, dell’ENSA Paris-Malaquais (Francia) e dell’Università Tecnica Nazionale di Atene (Grecia) in questi giorni hanno avuto l’opportunità di studiare il complesso di Marina Grande, ad Arenzano, per sviluppare idee progettuali sul possibile riutilizzo della struttura.

Un’iniziativa che nasce da un workshop universitario nell’ambito del programma Erasmus+ sulla relazione tra turismo, territori e architettura e che ha visto giovedì 11 aprile la relazione finale in Comune davanti al sindaco Francesco Silvestrini.

Nel frattempo, proprio a Marina Grande aleggia lo “spettro” della chiusura dello stabilimento balneare per l’estate 2024: più dettagli in fondo all’articolo.

I progetti degli studenti: attenzione all’ambiente e alla socialità

Cinque i gruppi di lavoro che hanno lavorato a cinque progetti distinti, guidati da Carolina Pacchi, professoressa di Urbanistica al Politecnico di Milano. Per prepararsi, gli studenti hanno prima visitato le opere dell’architetto Magistretti – autore del progetto di Marina Grande – nel capoluogo lombardo per comprenderne lo stile, poi da lunedì è iniziato il lavoro ad Arenzano.

“Gli studenti – ha detto la professoressa Pacchi – hanno lavorato sullo stesso luogo con sensibilità e interpretazioni diverse. Ci sono comunque elementi comuni in tutte le soluzioni proposte, come il gioco sull’orizzontalità dell’edificio e la verticalità del collegamento tra mare e monti, e poi una forte sensibilità ambientale e sociale”. 

Infatti i cinque progetti hanno mostrato alcuni elementi comuni nei possibili sviluppi per trasformare l'”ecomostro”: riconnessione con la vegetazione, spazi per la sosta e la socializzazione, salotti all’aperto, balconi con vista mare e diversi modi per godere del panorama. Qualcuno si è anche lasciato andare a proposte più avveniristiche ma tutte legate alla riqualificazione, come un piccolo attracco per imbarcazioni e traghetti turistici e una piccola linea tranviaria.

C’è chi ha intitolato il progetto “Marina Verde” proponendo una maggior connessione con la vegetazione, chi lo ha chiamato “The monster and the parasite” giocando sulla riqualificazione con nuovi elementi e verde che si “insediano” nell’ecomostro come un parassita. Non idee da prendere nella loro interezza, ma spunti da cui lasciarsi ispirare.

Non è la prima volta che studenti universitari si interessano al restyling di Marina Grande come esempio di zona degradata da ripensare: era successo anche nel 2014.

Cosa succede allo stabilimento di Marina Grande

Nel frattempo un’altra questione sta interessando lo stabilimento balneare di Marina Grande che rischia di non aprire per l’estate 2024: pare infatti che il concessionario non intenda usufruire della proroga alla Bolkestein proposta dal Comune, per non sostenere gli investimenti necessari per mettere in sicurezza la zona danneggiata dall’ultima mareggiata. Se questa ipotesi si avverasse, sarebbe tardi per indire una gara per trovare un nuovo gestore e lo stabilimento balneare rimarrebbe comunque chiuso. Con il Comune che dovrebbe provvedere transennando l’area dello stabilimento, se non fosse in condizioni di sicurezza.

Anche i pilastri che sostengono la passeggiata di Marina Grande, comunque, insistono sul demanio marittimo e anche per questi sarebbe scaduta la concessione: gli oneri per la manutenzione sono però molto alti e bisognerà capire chi se ne farà carico. Se il demanio, per ipotesi, dovesse chiedere la demolizione dei pilastri e di tutta la copertura della ciclopedonale, si aprirebbe senz’altro un nuovo scenario e bisognerà trovare soluzioni che mettano d’accordo tutte le parti in causa (privati, demanio, Comune e ferrovie): i progetti degli universitari potrebbero servire a far luce su un ripensamento dell’area.