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Foto – Forte temporale e strade allagate: cos’è successo, la spiegazione

Pioggia, grandine, tuoni e fulmini. E tanta, tanta acqua nel giro di poco tempo: tanto che il mare di fronte ad Arenzano si è presto colorato di marrone a causa del fango portato dai torrenti e la via Aurelia in alcuni tratti si è parzialmente allagata, come nel punto all’altezza dell’autolavaggio. Con vere e proprie “cascate” che scendevano in piazzale San Martino.

Ma cos’è successo? Il tempo è stato brutto tutto il giorno, ma quello di stasera sembrava un vero e proprio nubifragio. A dare una spiegazione a Cronache Ponentine è Marco Fanini di Arenzano Meteo che sta attentamente osservando il fenomeno in evoluzione: “È un temporale autorigenerante che ha iniziato a insistere dalle 17, spostandosi un poco ma poi rimanendo sempre compreso tra Arenzano, Cogoleto e Pra’”.

Come si creano questi fenomeni? “C’è uno scontro tra due diverse masse d’aria – continua Fanini -. Lo scirocco caldo e umido che sale da sud-est dal mare, e le correnti più fresche che scendono da montagne e vallate. In questo caso direi dalla vallata alle spalle di Varazze, dal Beigua e dal passo del Turchino. La zona di scontro di queste due masse d’aria è quella compresa tra Cogoleto, Arenzano e Pra’, e il temporale si autorigenera. Le correnti in quota non sono tali da spostarlo dalla zona, dunque finché non molla uno dei due venti, che sono deboli ma comunque creano questi cumulonembi, il temporale non si sposta. È quello che succede anche in autunno con scirocco e tramontana scura, ma in maniera molto più localizzata e ristretta. Da Pegli verso levante ad esempio piove pochissimo, così come da Varazze verso ponente”. E anche sulle alture: se sul mare si scatenava il temporale, infatti, guardando verso le montagne era anche possibile vedere qualche sprazzo di sereno.

Il fenomeno è calato di intensità dopo le 20.

Ma per quanto riguarda le previsioni, Arenzano Meteo avverte: c’è ancora la possibilità stanotte per qualche temporale simile sul massiccio del Beigua, dunque occhi aperti almeno fino a domattina.

Antonio Parodi, Direttore di ricerca presso Fondazione CIMA, dall’analisi dei dati di vento osservati nelle stazioni I-CHANGE, operative da Stella a Pegli, (https://www.google.com/maps/d/u/0/viewer?mid=1HbBeiBSkn6OW70myqs3NfZLa_u9LnCA&ll=44.43226063516912%2C8.89976520833656&z=10), spiega come in realtà si sia trattato di un temporale di natura orografica molto intenso, in cui l’aria è stata spinta dai venti disposti da sud sud-est verso la catena appenninica, dando luogo a altezze di precipitazione molto elevate in poco tempo. “Questo temporale – riferisce – come si capisce anche dalla sua forma ed evoluzione, non mostra carattere di auto-rigenerazione”.